Fashion blogger in Italia – to be or not to be

Fashion blogger in Italia – to be or not to be

Fashion blogger

via

Fashion blogger in Italia – essere o non essere

Care amiche, l’esigenza di scrivere questo post nasce dal crescente brusio polemico sorto in Italia verso la categoria delle fashion blogger, spesso definite in modo beffardo “fashion qualcosa” e accusate di:

– improvvisarsi sedicenti esperte di moda senza avere alcuna certificata competenza in materia

– vendersi al miglior offerente in cambio di qualche campione gratuito

– prezzemolinizzarsi alle sfilate, ma soprattutto fuori dalle sfilate, per lo più abbigliate in modo vistoso e improponibile, pur di comparire su qualche testata nella categoria dedicata allo streetstyle

– essere “troppe”

Lungi da me l’intenzione di difendere a spada tratta una categoria tanto vasta e varia. Infatti, poichè non ne esiste un albo nè un relativo codice etico, per definizione dicesi “fashion blogger” qualsiasi persona apra un blog che tratti di moda. Tra le fashion blogger, come tra i fruttivendoli, gli insegnanti, i commercialisti, le estetiste, le broker, i pasticceri – insomma ci siamo capiti – ce ne sono di più o meno serie e di più o meno competenti.

Semplice, no? Per nulla. Vediamo perchè:

– le blogger che ricorrono a scorciatoie disonorevoli per scalare le classifiche tendono a rovinare la reputazione della “specie”, soprattutto se chi valuta la qualità e la popolarità di un blog si basa meramente su statistiche facilmente falsificabili

– alcune agenzie di comunicazione lanciano messaggi controversi: da un lato chiedono ad un blog di promuovere  il brand che rappresentano, dimostrando cosí di ritenerlo un potente strumento mediatico; dall’altro non offrono un compenso di alcun tipo per l’acquisto di quello che a tutti gli effetti é uno spazio pubblicitario

– le testate che pubblicano outfit improbabili come esempio di street style sono tanto “deprecabili” quanto i creatori di tali look: supponiamo che io mi presenti fuori dalla sfilata di Gucci (tra)vestita da Lactobacillus Casei perché sono convinta di essere una potente influencer. Se vengo fotografata e pubblicata é chiaro che la stagione successiva la presenza di fenomeni sulle rotaie del tram aumenterà esponenzialmente, a discapito di fashion blogger che vorrebbero vedere e non farsi vedere alle sfilate, ma ne vengono bandite per i motivi di cui sopra.

– mi fa sorridere chi si lamenta del proliferare dei fashion blog: si tratta soprattutto di alcune fashion blogger “affermate” che si sentono esautorate dall’emergere di nuove leve, e di alcune giornaliste della carta stampata che snobbano il sistema 2.0. Per fortuna esiste la libertà di espressione.

Questa lunga premessa mi porta a confessarvi che ultimamente mi presento a bassa voce e con un certo disagio come “fashion blogger”, temendo l’associazione di idee che potrei evocare nel mio interlocutore. Nell’attesa che il polverone alzato da questo fenomeno di massa sedimenti e permetta a tutte le parti coinvolte di vedere più chiaramente, mi dissocio da titoli generalizzanti e presento me stessa e il mio spazio virtuale a chi ancora non ci conoscesse davvero. Cliccate sul link per leggere il mio manifesto: Coco et La vie en rose fashion blog di Valeria Arizzi – Manifesto.

Come sempre vi invito ad esprimervi liberamente e non vedo l’ora di leggere i vostri pensieri. La vostra, Coco

Fashion blogger in Italia – to be or not to be

Dear friends, I felt the need to write this post further to the growing polemic buzz arisen in Italy towards the category of “fashion bloggers”, often  mockingly referred to as “fashion something” and accused of:

– self-proclaiming fashion experts without certified know-how

– selling themselves to the highest bidder in exchange for a couple of  free samples

– crowding the fashion shows, but mostly the outside of fashion shows, dressed-up in wacky ensembles, just to be featured on fashion mags as example of “streetstyle”

– being “too many”

Far from me the intention to defend to the hilt a category so vast and varied. In fact, since there is not a book nor a relevant ethical code to abide by, any person opening a blog about fashion can righteously call herself a “fashion blogger”. Among fashion bloggers, as among greengrocers, teachers, accountants, beauticians, brokers, doctors – you know what I mean – there are more or less serious and more or less competent people.

Simple, right? Not at all. Let’s see why:

– Bloggers who take dishonorable shortcuts to climb the charts tend to ruin the reputation of the “species”, especially if the person who assesses the quality and popularity of a blog merely evaluates easy-to-fool statistics

– Some communication agencies send paradoxical messages: on the one hand they ask a blog to promote the brand they represent, thus demonstrating to consider it a powerful media; on the other they do not offer compensation of any kind for the purchase of what to all effects is an advertising space

– The magazines that feature seriously wacky outfits as an example of streetstyle are as “guilty” as the creators of these looks: suppose I should go outside Gucci fashion show dressed (up) as Lactobacillus Casei because I believe to be a powerful influencer. If I was photographed and published on mags it goes without saying that next season the presence of phenomena on the tram rails will increase exponentially, at the expense of  bloggers who would like to see – not to be seen at – fashion shows, but are banned due to above mentioned reasons.

– Who complains there are too many fashion blogs makes me smile: the detractors are mainly few “established” bloggers that feel deprived of their status symbol by the upcoming new recruits, and few journalists who snob 2.0 system. Good news there is still freedom of expression.

This long introduction leads me to confess that lately I have come to introduce myself  uneasily as “fashion blogger”, dreading the association of ideas that I could conjure up . While waiting for the dust raised by this mass phenomenon sediment and allow all involved parties to see more clearly, I dissociate myself from generalising classifications and introduce my virtual space to those who still do not know it well. Click on the link to read my manifesto: Coco et La Vie en Rose fashion blog by Valeria Arizzi – Manifesto.

As always, I invite you to express yourself freely and look forward to reading your thoughts. Yours, Coco

Share This Post

42 Comments

  1. Paolo - Novembre 17, 2014

    Cito una tua frase di questo interessantissimo post: “Per fortuna esiste la libertà di espressione”. E poi concordo con tutto ciò che hai scritto Valeria…e se ci sono tante o tanti fashion blogger, tra cui qualcuno che non ha le competenze per farlo, non vedo il problema, se una persona ama la moda ed ha voglia di aprire un blog per condividere questa passione con la rete, così sia, io non ci vedo nulla di male…mi danno solo fastidio le blogger che, al fine di emergere, agiscono in modo poco corretto e onesto…valori per me molto importanti sia nel web che nella vita reale…e se, come dici tu, alcune blogger “affermate” si sentono esautorate dall’emergere di nuove leve, e alcune giornaliste della carta stampata snobbano il sistema 2.0, lasciamole nel loro “brodino” 🙂
    Un abbraccio
    Paolo

  2. Jackie Harrison - Novembre 17, 2014

    I do not know what is the big deal if a blogger makes it to a fashion show or a magazine they going to plug it in to their blog and give more exposure. The street style is inspiring to some designer they will never admit. So with this said without blogger that get the news out faster than a magazine or radio some sale will not happen. As per company wanting blogger to advertise for them they need to paid in the real well no advertisement is for free.

  3. Laura - Novembre 17, 2014

    Veramente toccante!
    Brava!
    Concordo quasi su tutto
    http://www.agoprime.it

  4. Lera - Novembre 17, 2014

    I don’t see the problem, yes bloggers changed the fashion world, some bloggers are pretty ruthless but so is the fashion crowd…Great manifesto! I’m following you on bloglovin’ 😉

    http://lerablogs.blogspot.com

  5. Lenya - Novembre 17, 2014

    If we are that bad why they are afraid of us I wanna know. I can’t take those people serious Coco.
    kisses darling
    Lenya
    FashionDreams&Lifestyle

  6. Mary Tur - Novembre 17, 2014

    What an interesting topic) and in Russia it is relevant)

    mary-tur.ru

  7. Karen - Dressing in Labels - Novembre 17, 2014

    Very interesting blogpost! I totally agree with you!

    x karen

  8. Margaret Dallospedale - Novembre 17, 2014

    Ciao Vale,
    rimango a bocca aperta… io non so nulla di questo polverone e non capisco nemmeno il motivo.
    Sono sostenitrice del “vivi e lascia vivere” e penso che in questo mondo ci sia posto per tutti e per tutto.
    Io non mi sento per nulla affermata e tanto meno autorevole (e MAI e poi MAI influencer ), anzi direi una vera apprendista del mondo e per questo motivo quando ho deciso di far “crescere” il mio piccolo spazio, ho pensato di frequentare un corso di consulenza d’immagine e di personal shopper (diciamolo… aver studiato Economia non mi aiutava e avere solo passione neppure). Mi sembrava giusto offrire qualche suggerimento “corretto” a chi ogni giorno scambia opinioni con me.
    Ma d’altra parte ammetto che alcuni giornalisti hanno ragione… una Fashion blogger di quelle FAMOSE ad una sfilata mi disse che Pantone era uno stilista…. quindi mi metto anche nei loro panni, che si vedono sostituiti da ragazze che non si disturbano neppure di leggere “qualcosina in più”.
    Detto ciò…. princi tu per me (e non solo per me) sei una FASHION BLOGGER con la F! E sì, influenzi moltissime persone, quindi devi essere orgogliosa di dire che sei Fashion Blogger <3 <3 <3
    Maggie Dallospedale Fashion diary – Fashion blog

  9. Daria - Novembre 17, 2014

    Hello! Nice blog!
    Follow me and I will follow back)

    Follow this blog please! My Blog: violaceous_flavor
    Write me if you follow me)

  10. Dania - Novembre 17, 2014

    Tesoro è l u a di nottee se mi mettessi a scrivere cio che penso farei mattina.
    Io credo che il 60% al eno di chi quotidianamente “apre” un fashion blog, di moda,( quella VERA non il farsi due foto con jeans e maglioncino o con il capo di temdenza in quel momento) non capis a NIENTE. Ogni tanto leggo e vedo di quelle coseche ti giuro, mi chiedo io che ho studiato a fare……
    Gente che durante le Fashion week pubblica foto delle sfilate scrivendo “Oggi si è svolta la sfilata di…… Ecco i miei look preferiti” Ma dai???? Guardo che se apro google e digito che so “Miu Miu sfilata f/w 2014 immagini” ottengo lo stesso risultato sai??????? Sono BEN POCHE quelle che sanno spiegare una collezione, possibilmente senza prendere oezzi interi di frase dal sito di Vogue. ( si ho visto anche questo).
    Sugli outfit poi calo un sipario….. Che oggi basta mettere una gonna un maglione e uno stivale farsi due foto e tac! sei fashion blogger…
    Ovviamente non mi riferisco a tutte…ma a molte si, ed il mio è un giudizio puramente tecnico, nulla di personale congro nessuna.
    Ok, ora che mi sono attirata l odio del settore ti saluto.
    Scusa ma io preferisco perdere delle visite ma dire ciò che penso.
    Baci amor…notte

    NEW POST

    http://www.angelswearheels.com

  11. Dania - Novembre 17, 2014

    Ps: scusa gli errori ma la tastiera è impazzita…

  12. Vanessa - Novembre 18, 2014

    Wonderful post. 😉
    Lovely greets Nessa

  13. Emmy - Novembre 18, 2014

    Very well-written, and I agree with your points, Valeria. It’s sad when you hear of these few that “look down” on fashion bloggers. It’s even sadder that they are fashion bloggers themselves. Sigh….

  14. Kim of A Very Sweet Blog - Novembre 18, 2014

    I think people hate the power any type of blogger has! We can be utterly truthful about things. I think it’s raised credibility. I hate to knock anyone. What’s silly to one is serious to another. If there was only one kind of fashion it would be boring. You have to have a mix.
    http://www.averysweetblog.com/

  15. Glenda - Novembre 18, 2014

    I loveeee that quote xo

  16. Milli - Novembre 18, 2014

    Ok Vale, che il mondo sia pieno di ciarlatani in ogni settore è lì da vedere. Primo: non è il tuo caso. Secondo: se l’invidia fosse febbre tutto il mondo ce ne avrebbe, quindi è probabile che ce l’abbiano anche questi snobbosi e fastidiosi personaggi che invece di fare qualcosa di utile, perdono tempo a denigrare la passione di gente che ha trovato un modo di esprimere una parte di sè. Bene o male che lo faccia non è affar loro.
    Complimenti per il coraggio e per la Passione con cui hai scritto questo post. Avanti così my favourite friendly fashion coach

  17. ManueLita - Novembre 18, 2014

    come dici tu per fortuna c’è la libertà d’espressione…
    io sono per il vivi e lascia vivere …
    Non mi importa quello che fanno gli altri
    Sono concentrata su quello che faccio io , ed ora non so se posso o no definirmi una “fashion blogger” sto facendo questa cosa da meno di un anno …e quindi
    spesso cerco di guardare il mio blog “da esterna” per farmi un idea …
    ancora non ho completato il quadro però…. ci sto ancora riflettendo ..
    un bacione
    http://unconventionalsecrets.blogspot.de/

  18. Katia - Novembre 18, 2014

    Cara Coco un fashion blog e’ semplicemente una manifestazione del pensiero, sancita dall’art. 21 della costituzione italiana nell’ambito del riconoscimento delle libertà’, esattamente come la libertà di scrivere un articolo giornalistico o disegnare un fumetto. Cio’ detto credo che non ci sia nulla di male ad interpretare la moda, i suoi dettami divertenti, gli stimoli che essa offre a ognuno. Il presenzialismo, lo ” sgomita mento ” la scorrettezza sono all’ordine del giorno in ogni ambito professionale, figuriamoci in un contesto ” labile ” e non disciplinato legalmente.
    Io credo che paghi, alla distanza, il fatto di curare con costante dedizione e umiltà uno spazio dove si celebra una passione e dove si cerca di imparare dai tecnici e dagli eventi di settore. Alcune bloggers studiano e hanno competenza specifica altre meno ma… A volte il talento e’ innato e si vede! Detto questo credo che spazio ce ne sia per tutte, ognuna dipinga la sua tela, arriverà il tempo del merito senza forzature e senza polemiche. Se qualcuna vuole mettersi un carciofo in testa per cappello va benissimo… Lanciera una moda? Chissà…. Intanto divertiamoci. A te i complimenti per il blog e per gli spunti di riflessione che sai offrire.

  19. Valeria D'Esposito - Novembre 18, 2014

    Mia cara omonima, come posso non essere d’accordo con te? Purtroppo è un settore ultra saturo e come in ogni cosa c’è il buono e c’è lo scadente. Sta alle aziende cercare di capire con chi collaborare e in che modo.
    Il tuo manifesto è un ottimo esempio di trasparenza e correttezza, dovrebbero averlo tutti i blog.
    Un bacio
    Valeria

  20. carmen - Novembre 18, 2014

    tesoro mio sai bene come la penso e concordo a pieno su tutto!ti abbraccio forte
    http://www.mrsnoone.it
    kiss

  21. Valeria - Novembre 18, 2014

    Io penso che la ragione sta nel mezzo. E’ vero che tutto questo “odio” nei confronti delle fashion blogger è esagerato ma allo stesso tempo è anche vero che ci sono tante fashion blogger incompetenti il cui unico obiettivo è ricevere vestiti gratis dall’azienda di turno. Quanto alla scorrettezza delle blogger per scalare le classifiche…beh quella purtroppo si trova in qualsiasi ambito lavorativo!
    Un bacio
    http://www.myurbanmarket.net

    P.s Ho un nuovo profilo su Instagram e ti ho appena aggiunta…

  22. Con R de Reymara - Novembre 18, 2014

    Este tipo de criticas siempre va existir, hay es que hacerle frente, demostrar que eres un blogger integral y que lo que compartes es tu honesta opinión. Estoy en total acuerdo contigo en todo. Besos!

    conrdereymara.blogspot.com

  23. Marina - Novembre 18, 2014

    Grande Valeria condivido in pieno!!!!!!!!!!!
    Marina
    http://www.maridress.blogspot.it/

  24. Kyle Rodriguez - Novembre 18, 2014

    I love this blog post, Coco! Very, very interesting and informative! And I love the quote you posted…. I am indeed guilty <3

    http://www.thestylishbipolar.com/

  25. Barbara - Novembre 18, 2014

    Tesoro io ultimamente ho riflettuto a lungo su queste cose e alla fine ho deciso di continuare a fare le mie cose con umiltà e senza pretese.
    Un bacione

    http://www.larmadiodivenere.com

  26. Diane - Novembre 18, 2014

    Wow! I think I like your approach about blogging/bloggers in this post. However, I myself sometime wonder what the future of blogging will be? I think because of the growing number of bloggers maybe big fashion houses may want to establish some kind of license or ethical code in order for people who want to do the blogging seriously(such as yourself) to proclaim themselves bloggers without the fear of being mocked.

  27. enrica - Novembre 18, 2014

    adoro il tuo post!!! sono perfettamente in linea con il tuo pensiero!!
    odio aver timore di dire che sono una fashion blogger solo perchè gli altri potrebbero pensare “ecco, un’altra sfigata che si crede di essere un’esperta di moda”. Ma basta! ognuno è libero di fare ciò che vuole!! 🙂

    http://fashi0n-m0de.blogspot.it/

  28. Shirley Tay (Blackswan) - Novembre 18, 2014

    Great post, Coco! I’m totally with you. xoxo
    Luxury Haven

  29. Emily Tang - Novembre 18, 2014

    i love the quote
    im not fashion blogger
    hard for me to give any comment
    MY-Emily

  30. Paolo - Novembre 18, 2014

    Ah, Valeria, e aggiungo, sperando di non scatenare un putiferio 🙂
    Ma siamo sicuri che tutte le fashion bloggers e le giornaliste che hanno raggiunto una certa fama e notorietà siano al loro posto solo per la loro bravura e per meritocrazia?
    Un bacio
    Paolo

  31. Natalia - Novembre 18, 2014

    Ah, remember my post from last (?) year about fashion bloggers? Now I can see it got into you, too… I must admit, the more I meet people the more I hate introducing myself as a fashion blogger. Because then they want me to explain why I don’t publish outfit posts… And whenever I say that I write about fashion, they look down at me because I don’t have a formal degree in fashion. Well, all I can say is that most people who show this sort of reaction aren’t exactly the ones worth worrying about – very few are the experts in either styling or writing, but simply lucky to get a job in the industry (just last week I met somebody who worked for a fashion brand and had no idea about fashion designers or recent collections!) or be picked as “style blogger”… But yes, the overall negativity towards fashion blogging is often frustrating… Anyway… I can talk about it for ages… perhaps it’s time for another post… x

  32. fede - Novembre 18, 2014

    e qui avrei un papiro da scrivere ma mi limito a condividere i tuoi pensieri e dire che purtroppo la categoria è stata rovinata dalla solite che pur di andare avanti ed emergere lo fanno con tutti i mezzi. Purtroppo sono anche convinta del fatto che le nuove veline sono ormai le fashion blogger, fashion blogger = regali = inviti= apriamo un blog anche se non me ne frega niente, qualcosa mi invento!
    passo e chiudo!
    grazie per la preoccupazione, io sto bene la città un pò meno
    I LOVE SHOPPING

  33. Federica - Novembre 18, 2014

    Mi associo alle tue parole, ormai se hai un blog e pubblichi qualcosa inerente alla moda subito vieni additata come una “fashion blogger” detto con un tono che rasenta il disgusto. Bisogna ammettere che ormai il fenomeno è talmente espanso tanto che ci sono miliardi di blog di moda -e non- alcuni aperti con l’intento di condividere altri convinti di fare business. A prescindere dalle finalità mi duole ammettere che spesso si premiano le visite/il traffico a scapito della qualità di un blog. Detto ciò io credo che ognuno sia libero di aprire un proprio spazio virtuale e condividere quello che vuole, spero solo che chi ciascun blogger sia onesto con i propri lettori e che mantenga una certa autonomia senza ledere l’intelligenza intellettuale propria e altrui.
    Un bacio
    Federica

  34. Vale - Novembre 18, 2014

    Ciao tesoro, inizio con il dire che mi piace tanto il tuo stile – sei una donna deliziosa e ironica – e il tuo modo di porti. Ora, veniamo alla mia umile opinione circa l’argomento di questo tuo interessante post. Diciamo che il mio pensiero è molto vicino a quello di Paolo, che ha rimarcato ciò che tu hai detto sul fatto che esiste la libertà di espressione. Io credo che chiunque possa aprire un blog ed un fashion blogger non sia necessariamente un esperto di moda. Un fashion blog è una sorta di diario di ciò che piace o che si indossa, non occorre aver studiato al Marangoni o lavorare nel campo della moda per aprirlo, è consentito a tutti. Un blogger è semplicemente chi scrive un blog, di qualsiasi tipo esso sia. Ovviamente, c’è chi è davvero esperto di moda e ne ha fatto un lavoro ed è giusto che venga valorizzato come merita, ma chi segue i blog lo fa per motivi diversi – magari un look composto da felpa o jeans può ispirare qualcuno, magari leggere la descrizione di una collezione può interessare di più alcuni rispetto a foto outfit, altri preferiscono comprarsi Vogue e sul web trovare foto di look per tutti i giorni, a volte chi indossa capi low cost risulta più vicino alla gente che non potrebbe permettersi le grandi firme, a volte anche un profano può avere una bella idea su come accostare dei capi, pur senza avere tanti soldi a disposizione o studi eccellenti alle spalle. Il web è un luogo democratico, tutti i tipi di blogger possono coesistere, l’importante è comportarsi in modo corretto, senza copiare, diffamare, cercare di danneggiare gli altri a proprio vantaggio, ecc. Purtroppo c’è sempre chi bara e chi compra tanti followers, ad esempio (purtroppo tanti brand guardano solo i numeri, anche se provenienti dal Cairo e senza interazioni), chi fa fare tutto alla propria agenzia e si comporta solo come una velina in pose pseudo hot anche un po’ ridicole, chi usa il blog solo per ostentare ciò che ha, chi fa vero e proprio accattonaggio per un paio di campioncini e chi smarchetta cose orribili solo perché non sa dire di no a qualsiasi collaborazione..c’è di tutto in giro e va bene così,ciò che non è giusto è doversi vergognare di ciò che si fa per colpa dei preconcetti degli altri o di comportamenti altrui. Io personalmente non sopporto i blog pieni di errori grammaticali in italiano, gente adulta che non sa ancora usare c’è o ce o coniugare i verbi, ma è una mia riflessione personale, in generale sono per la libertà di aprire un blog e per regolarsi secondo la propria coscienza ! Un bacio grande e….continua così !

    Fashion and Cookies

  35. angela - Novembre 18, 2014

    credo che il futuro si chiami Fashion Blogger nel bene e nel male facciamo promozione e diamo al pubblico un messaggio diretto, stimoliamo e massaggiamo quella visibilità che senza di noi non ci sarebbe.
    Non mi interessa cosa pensa la massa del mondo blog mi spiace assistere alle cattiverie tra blogger.
    Per il resto Valeria il tuo articolo mi piace molto e condivido il tuo manifesto.
    In bocca al lupo per il contest di LOLLIbag stasera mi guarderò i video. baci

  36. mari - Novembre 18, 2014

    Carissima, ho letto velocemente ieri il tuo post ma non avevo commentato perchè volevo farlo con calma e attenzione. Ci sarebbe tanto da scrivere a riguardo. Io condivido il tuo pensiero e onestamente, essendo anche una giornalista, credo che il settore si senta minacciato da questa nuova figura “professionale” e invece, da parte dell’opinione pubblica, ci sia molta invidia. basta leggere i commenti deliranti dopo l’articolo del Corriere della Sera su Sabrina Musco. Assurdo! Quanta cattiveria per una blogger. Ma siamo assassini??? Io amo il tuo stile, il tuo modo di condividere con i tuoi followers le tue proposte e i tuoi suggerimenti, con classe e stile. Poi, personalmente credo di essere una mamma come tante, senza presunzione o altro, ma a volte rimango basita sia quando percepisco atteggiamenti di arroganza da pseudo bloggers sia da bloggers famose che però non hanno rispetto per gli altri, quando dovrebbe essere fondamentale, visto che lo sono proprio grazie ai followers. e mi fermo qui! 🙂

  37. styleontheside - Novembre 18, 2014

    This is wonderful and I know exactly how you feel! I hate that condescending smile I get when I tell people I’m a blogger. So as a fellow blogger I support you 100%! Keep writing and sharing your ideas!!!
    xo
    styleontheside.com

  38. Francesca Romana Capizzi - Novembre 18, 2014

    Vale io mi sono già espressa sull’argomento, in più di un post, è anche il motivo secondario per cui ho cambiato il blog, quello che volevo dire come fashion blogger de noantri l’ho esaurito, preferisco esprimermi anche in altri settori con gente che scrive come blogger. Blogger, un termine che al 90% non ricorda nulla a chi ci legge ma a chi è anziana come me fa venire in mente il primo beppe grillo, i blogger che ancora oggi scrivono per la libertà nei paesi oppressi, La voce indipendente del popolo anche quello frivolo della moda.
    Don’t Call Me Fashion Blogger
    Facebook
    Bloglovin’

  39. maria grazia - Novembre 19, 2014

    un gran bel post…ho capito negli anni che la qualità dei contenuti conta ben poco in un sito, non solo in un blog e quindi chi riesce ad investire e sviluppare il tutto anche non nella maniera più legale sono quelle che attualmente vanno avanti e che le case di moda stesse apprezzano, grazie ai loro numeri raggiunti non si sa come..!!

    http://www.yourfashionchic.it

  40. Eleonora - Novembre 19, 2014

    Proprio ieri leggevo una mega polemica in proposito e onestamente, forse perchè ho aperto il mio blog solo da pochi mesi, sono rimasta allibita… Gente che etichettava le fashion blogger come sfigate e nullafacenti… La cosa mi ha dato abbastanza fastidio perchè io non mi permetterei mai di giudicare cosa fanno gli altri con tanta superficialità e arroganza. Detto questo, come hai giustamente sottolineato te, w la libertà di espressione!!!

    The Princess Vanilla

Leave a reply

CommentLuv badge

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.